Rieccomi
Devo riconoscere che questa stampante se usata con il PLA e il suo piatto originale in vetro è veramente ottima e sono contento di come funziona, ma perchè fermarsi solo al PLa e non provare a dotarla di un piatto riscaldato ??.
Purtroppo però qui sono cominciati i problemi perchè non si conosce di che tipo sia il sensore e non esiste modo di regolarne la sensibilità, Questa stampante robusta e molto compatta viene venduta solo con piatto freddo che è costituito da una base fatta da due vetri da 3mm cad. di colore bianco incollati tra di loro, a tenere uniti i due vetri cè uno spessore di colore nero che però non è solo silicone o colla perchè è fortemente attratto dai magneti e quindi non può essere alluminio e non è magnetico di per sè.
Abbiamo quindi realizzato un piatto riscaldato usando una piasta riscaldante tipo ANET A8 trovata su e-bay. L'abbiamo poi fissata sotto ad una piastra di alluminio ergal spessa 3mm ponendo su di essa una lastra di vetro trsparente in silicato di boro per forni, spessa 3,2mm. Durante le prove di allineamento a freddo però l'ugello và a cozzare contro la superfice perche il sensore perchè non riesce a leggere il piano di vetro.
Abbiamo, tolto il vetro per forni e sostituito con un vetro normale piu sottile (2mm) ma con superfice bianca (opalina?) ma ancora il sensore non lo legge e l'ugello urta nuovamente sulla superfice del vetro, dedotto che se il sensore non legge il vetro bisogna non mettercelo.
Non essendoci possibilità di regolare la sensibilità di lettura del sensore siamo fritti.
Per provare (sempre a freddo) si è tolto di mezzo il vetro e rivestito il piano superiore della piastra di alluminio con del nastro Kopton (problematico da stendere !) ci siamo però accorti che così facendo il sensore leggea correttamente il piano di alluminio ma non teneva conto dello spessore pur esiguo del nastro kopton.
Come ultima risorsa abbiamo tolto il rivestimento fatto con il nastro Kopton dal piano di alluminio, poi attivato il riscaldamento del piano a 80 gradi, abbiamo rifatto le stessa prova di allineamento questa volta però a caldo. Risultato: anche il calore influisce sulla distanza di lettura del sensore perchè ci siamo accorti che dopo aver fatto l'allineamento corretto e regolato l'offset, quando parte effettivamente la stampa l''offset si altera e l'ugello si allontana di quasi 2mm dal piano di stampa.
Si presumeva che il sensore fosse tarato per leggere un piano metallico ad una certa distanza max e quindi abbiamo utilizzato un vetro del medesimo spessore ma non funziona nemmeno usando un vetro piu sottile, è evidente che con il piano in alluminio la distanza di lettura del lettore diminuisce, ora si scopre che anche l'irraggiameto infrarosso dovuto al calore ci mette del suo.
Non siamo molto speranzosi ma alla fine se mai ci riusciremo e tutto funzionerà condivideremo disegni e relative foto del nostro espirimento, in caso contrario il bidone dei fallimenti è sempre quì a portata di mano.
Se qualcuno con esperienza in materia vuole aggiungere qualche suggerimento sarà il benvenuto, male che vada torneremo ai vecchi amati truccioli metallici.
Mi sono espresso al plurale perche questa cosa la stò affrontando con il valido contributo di un mio nipotino entusiasta di stampa 3D (già iscritto a questo forum) il quale ha opportunamente "fiutato" l'oppurtunità di appoggiarsi allo zio pensionato e bontempone appassionato di micromeccanica (che odiava la la stampa 3D), ma che ora spronato da giovane leone, stà cambiando drasticamente idea.
Saluti
Fede
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