Sono contento che vi sia piaciuto, iniziamo con soddisfare le curiosità:
@ Marco
Prima di effettuare le varie incisioni ho avuto cura di "tappare" la porosità del legno, nelle parti che desideravo restassero chiare con della vernice trasparente (avevo terminato il turapori).
A incisioni praticate, ho utilizzato della rolla noce scuro, (pochissima) con un pennellino piccolissimo ho fatto colare una goccia di rolla all'interno delle incisioni.
La rolla che accidentalmente si spande al di fuori dell'incisione puo essere tolta con uno straccino senza che colori la parte piana del legno, protetta dallo strato preventivo di trasparente.
Quando l'opera di riempimento è terminata una bella mano di trasparente a protezione di tutto.
@ Rick
Premettendo che ho visto fare degli innesti a dei vecchi contadini utilizzando un comune coltello Opinel a serramanico n.7. Questo vuol dire che se lo sai fare puoi usare qualsiasi lama purchè affilata e pulita.
Certo che se usiamo l'utensile adatto siamo facilitati nell'operazione.
Quello che posso dirvi non l'ho letto da nessuna parte ma è frutto delle mie frequentazioni con contadini, in particolare un amico che chiamero "l'ingegnere contadino" o come tante volte lui stesso si definisce "ingegnere di rovo".
Il padre, dopo una felice infanzia contadina, ed avergli insegnato il mestiere di coltivatore diretto lo ha sostenuto al politecnico fino alla laurea. (abbiamo lavorato insieme per una trentina d'anni).
Ora è in pensionee continua a gestire fattivamente la sua azienda agricola, non solo con la testa ma anche con le mani, con ottimi risultati. Riaprirò l'argomento un po' OT in un altro momento.
I consigli che sono venuti dalle nostre lunghe chiacchierate sono:
- La forma dei coltelli sono praticamente 2
1) a trapezio con il lato corto quasi verticale
2) ad uncino tipo roncola molto aperta ( il mio caso)
Il coltello con la forma n.1 viene usato preferenzialmente per gli innesti a spacco, ma lo si può utilizzare anche per l'innesto a gemma utilizzando la "punta" del trapezio per sollevare la pelle della corteccia.
Il coltello n. 2 viene usato preferenzialmente per l'innesto a gemma ma va bene anche per l'innesto a spacco.
Praticalmente non è tanto questione di forma ma di "manico" di chi lo usa.
Altro consiglio importantissimo la pulizia, la lama dovrebbe essere pulita e disinfettata passando da un innesto ad un altro. Questo fa preferire le lame in Inox.
Ultima cosa, l'affilatura, deve tagliare .... quasi come un rasoio.
Se avete osservato il contadino dopo aver utilizzato il coltello da innesto, lo ripone in un suo astuccio, in una scatola, lo tratta con cura maniacale .
Le pinze innestatrici, le ho viste, probabilmente sono utili quando si ha la necessità di innestare tantissimi alberi. Non ne so molto, il mio amico non le ama, preferisce il coltello (che è ancora quello che usava il suo babbo).
Considerazioni sul manico: Simile ad altre soluzioni commerciali, l'unica cosa essenziale è che deve offrire una presa salda, sarebbe bene fosse surdimensionato rispetto alla lama anche se l'estetica un po' ne patisce.
La Sede della scatola: Ho tracciato sul legno la sagoma del coltello chiuso, e .... gli ho dato una passata con la fresa BF16 ..... (poi l'ho pulita dalla segatura e lubrificata).
E per finire, visto che si parla di innesti, allego un'immagine del mio pruno sul quale è stato praticato un innesto a "doppio spacco inglese" che a detta dei miei consiglieri offre un'alta possibilità di attecchimento.
Ciao a tutti
mario
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